COS'È IL RENDIMENTO TECNOLOGICO TERRITORIALE - RTT
In un'epoca dove ogni anno vengono prodotte più informazioni e conoscenze di quante ne siano state mai prodotte in tutta la storia dell'umanità, e dove è ancora più difficile selezionare e valorizzare questo volume di informazioni e di conoscenze, il significato stesso di "innovazione" può assumere sfumature molto diverse. Nello stesso tempo, per ogni realtà aziendale impegnata sul mercato, la necessità di creare valore attraverso l'innovazione si configura più come una condizione che non una scelta, e spesso come una condizione necessaria alla sopravvivenza più che alla crescita.
Che si tratti di aziende manifatturiere o di servizio, può cambiare l'oggetto dell'innovazione (nuovi prodotti o nuovi servizi, nuovi brevetti o nuovi processi... o anche semplicemente la generazione di nuovi bisogni, nuovi modi d'uso di prodotti e servizi già consolidati), ma non la centralità dell'innovazione per definire obiettivi trasversali a tutti i settori e ad ogni classe dimensionale di impresa: ridurre i costi, migliorare continuamente la qualità dei prodotti e del servizio, distinguersi dalla concorrenza per conquistare nuovi clienti e fidelizzare quelli esistenti, preservare il benessere dei propri dipendenti, per citare tra questi obiettivi i più immediati e conosciuti nell'ambito della consulenza aziendale.
Il concetto di rendimento tecnologico è, per molti versi, affine a quello di rendimento energetico.
Ad esempio, tra due impianti fotovoltaici, ha il rendimento energetico più alto quello che, a parità di energia solare, riesce a convertirne la maggior quantità in energia elettrica, ossia ad utilizzarla meglio: assorbirne di più e dissiparne meno.
Dunque il rendimento energetico non rappresenta la misura statica della performance (energia prodotta), bensì la misura dinamica della capacità intrinseca di produrre performance in rapporto alle risorse disponibili (rapporto tra energia prodotta ed energia assorbita). Allo stesso modo, il rendimento tecnologico aziendale, rappresenta la capacità di ottimizzare il rapporto tra innovazione perseguita e risorse impiegate, dunque di innovare in modo sostenibile.
Gli attori, grandi e piccoli, del sistema economico produttivo si trovano ad affrontare, ormai da diversi anni, uno scenario ed un ambiente caratterizzati da profonda incertezza, causa ed effetto - insieme all'esplosione a catena di enormi bolle speculative - di una grave recessione economica e di una condizione ormai strutturale di instabilità finanziaria. Questa situazione è facilmente riconducibile, ed ampiamente ricondotta da molti analisti, ad una grave minaccia per moltissime imprese, che rende potenzialmente insostenibile nel tempo la conservazione della propria posizione di mercato e, talvolta, può condizionarne la stessa sopravvivenza. Ad esempio, tra due impianti fotovoltaici, ha il rendimento energetico più alto quello che, a parità di energia solare, riesce a convertirne la maggior quantità in energia elettrica, ossia ad utilizzarla meglio: assorbirne di più e dissiparne meno.
Dunque il rendimento energetico non rappresenta la misura statica della performance (energia prodotta), bensì la misura dinamica della capacità intrinseca di produrre performance in rapporto alle risorse disponibili (rapporto tra energia prodotta ed energia assorbita). Allo stesso modo, il rendimento tecnologico aziendale, rappresenta la capacità di ottimizzare il rapporto tra innovazione perseguita e risorse impiegate, dunque di innovare in modo sostenibile.
Tuttavia, in questo stesso scenario e nella attualità di questo stesso ambiente che è giusto definire oggettivamente critico, può maturare una concreta opportunità di vantaggio competitivo per quelle imprese che riescono a consolidare o guadagnare quote di mercato grazie alla propria capacità di selezionare, acquisire e gestire la conoscenza a costi ridotti, incrementando così il proprio capitale intellettuale e generando attraverso questo capitale nuovo valore economico.
Queste imprese sono quelle che possono caratterizzarsi per il miglior "rendimento tecnologico", ossia per la capacità di generare innovazioni (e quindi di sviluppare competitività) a fronte di contenuti investimenti in conoscenza, ricerca e sviluppo, CRM, formazione, brevetti, strumenti tecnologici, e apporto consulenziale. Così definito, il rendimento tecnologico non è quindi una grandezza statica e non rappresenta, in assoluto, la capacità di innovare; piuttosto, si tratta di una grandezza dinamica, che misura la sostenibilità dell'innovazione. E, in questo senso, misurare e valutare il rendimento tecnologico di una azienda può rappresentare una chiave per valutare la sostenibilità di scelte tattiche e strategiche per il consolidamento, o la possibile crescita, della propria posizione di mercato.
LA VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO TECNOLOGICO TERRITORIALE
La valutazione del rendimento tecnologico territoriale è certo un'attività complessa e delicata.
Il rendimento tecnologico, infatti, è determinato dalla capacità di incrementare, valorizzare, conservare e sviluppare il proprio capitale intellettuale, nonché di utilizzarlo per il conseguimento di risultati economici ed ai fini finanziari (ad esempio, per negoziare l'accesso al credito, appunto sulla base di una misura oggettiva della sostenibilità di un investimento in innovazione).
L'urgenza di elaborare, validare ed applicare una metodologia per la valutazione del rendimento tecnologico è dovuta al fatto che molte imprese - e la citata condizione strutturale dell'economia globale rappresenta una cartina tornasole - sono gestite da manager poco consapevoli dei valori intagibili aziendali e in queste stesse aziende le abilità, le "buone pratiche" e le informazioni essenziali per tracciare le politiche di sussistenza e sviluppo sono gelosamente custodite dai singoli dipendenti o - ancor peggio - dagli occasionali consulenti.
Per queste aziende si configurano così costi di acquisizione della conoscenza spesso reiterati e ancor più spesso sovradimensionati; e si riscontrano, tipicamente, evidenti difficoltà nell'utilizzare la conoscenza per generare valore economico prima che lo stesso "patrimonio" di conoscenze aziendali diventi obsoleta, insieme alla totale incapacità di utilizzare questo patrimonio come leva finanziaria.
In coerenza con le premesse, la valutazione del rendimento tecnologico viene quindi effettuata secondo quattro direttrici fondamentali:
- Economia della Conoscenza: capacità di convertire l'innovazione in risultati economici;
- Ingegneria della Conoscenza: capacità di gestire in maniera virtuosa il capitale intellettuale aziendale, rigenerandolo in un ciclo continuo e permanente;
- Finanza della Conoscenza: capacità di convertire il capitale intellettuale in una leva finanziaria;
- Organizzazione della Conoscenza: capacità della cultura organizzativa di raggiungere e mantenere l'innovazione.
Per ciascuna delle quattro direttrici, la misura del rendimento tecnologico passa attraverso la valorizzazione di una griglia di indicatori chiave di prestazione (KPI) oggettivi e verificabili.
Valorizzati tutti gli indicatori, è possibile il posizionamento dell'azienda riguardo il rendimento tecnologico in termini di punteggio globale e di punteggio relativo agli indicatori di una specifica direttrice, individuando le lacune emergenti e le relative azioni correttive.
LA CERTIFICAZIONE DEL RENDIMENTO TECNOLOGICO TERRITORIALE
All'informazione sintetica sul posizionamento nella scala del rendimento tecnologico territoriale può essere aggiunto il valore della certificazione.
In questo caso non si tratta più di una mera autovalutazione da parte dell'azienda, bensì della valutazione compiuta da una figura professionale ben precisa: il valutatore RTT.
Il percorso di miglioramento organizzativo, che l'azienda può decidere di compiere nella prospettiva di accedere alla certificazione, è anch'esso assistito da una figura professionale ben definita: il consulente RTT.
Per valutatori e consulenti nella valutazione del rendimento tecnologico, l'AICTT gestisce appositi registri, cui si accede a valle di uno specifico percorso di formazione.
VANTAGGI DERIVANTI DALLA CERTIFICAZIONE DEL RENDIMENTO TECNOLOGICO TERRITORIALE
In conclusione ed in estrema sintesi, la certificazione RTT mira a fornire una serie di vantaggi intrinseci ed estrinseci a tutti gli attori della filiera della innovazione operante su di un territorio.
- Vantaggi per le imprese
Le imprese che decidono di adottare un sistema volontario di certificazione come quello proposto, quale primo vantaggio intrinseco, hanno l'opportunità di ottimizzare le proprie risorse interne legate ai processi di innovazione e come vantaggio estrinseco, la possibilità di avere più facilmente accesso al credito alla ricerca ed alla innovazione, nelle sue diverse forme (bandi locali, nazionali e della Comunità Europea, premi, finanziamenti bancari, etc.) in quanto è insito nella mission della AICTT l'obiettivo di promuovere presso tali Enti erogatori di fondi la potenzialità del marchio di certificazione. A corollario di tali vantaggi occorre considerare anche un ritorno d'immagine, soprattutto nella fase di startup dell'iniziativa, dell'impresa certificata a seguito dell'attività di promozione effettuata dalla AICTT.
- Vantaggi per gli Istituti di Credito
Gli Istituti di Credito hanno la possibilità di incentivare il loro service di credito industriale alla ricerca ed alla innovazione acquisendo margini di affidabilità e soprattutto di efficienza molto maggiori sui propri clienti beneficiari del finanziamento, con particolare riferimento anche ai crediti marginali da erogare a clienti già beneficiari di finanziamento.
- Vantaggi per gli Istituti di Formazione
Gli Istituti di Formazione possono erogare corsi peculiari che danno diritto all'accesso a ruoli professionali codificati e inseriti in un registro gestito da AICTT. Inoltre tale formazione è periodica, in quanto è previsto un percorso di mantenimento dei requisiti di accesso al registro.
- Vantaggi per le Università ed i Centri di Ricerca
L'attivazione di accordi quadro tra le Università e l'AICTT, all'interno dei quali far gemmare specifiche convenzioni e collaborazioni, può sia rappresentare un elemento di catalizzazione dei processi di trasferimento tecnologico su cui le Università sono valutate, sia rappresentare un fattore di valorizzazione dei partenariati con le imprese per la partecipazione a bandi di finanziamento.
- Vantaggi per gli Enti Pubblici
La ricaduta occupazionale derivante dalla creazione di nuovi profili professionali, se riconosciuti in ambito ministeriale, può diventare una fucina di iniziative di job development. Per gli Enti Pubblici tale certificazione, se riconosciuta nell'ambito dei requisiti a bando, può diventare uno strumento dagli attributi di precisione ed accuratezza, finalizzato alla destinazione di fondi non a pioggia ma a beneficiari meritevoli in modo riconosciuto.